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Categoria: Scarti
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Scarti di lavorazione del MARMO.

Discarica a Bisceglie.

La estrazione e la lavorazione di questo minerale produce una quantità notevolissima di rifiuti da smaltire. In tutte le fasi, di estrazione, taglio e lavorazioni del marmo, si producono scarti di materiali che possoni riassumersi in:

La lavorazione comporta la produzione di sfridi che, pur qualitativamente identici sotto l’aspetto chimico, si differenziano per quello fisico, a causa delle diverse dimensioni.

Le operazioni di taglio e rifilatura del marmo portano alla produzione di residui sotto forma di spezzoni in varie dimensioni: il cocciame e/o rottame.

Gli sfridi derivanti dalla segagione e lavorazione della pietra  possono oscillare da un minimo del 35% a un massimo del 75 % della unità fisica. Dunque da 100 kg di marmo (blocco) in entrata, si può ricavare anche solo 25 Kg di prodotto finito, i restanti 75 kg costituiscono il rifiuto.

Le operazioni di taglio e rifilatura assieme a quelle di lucidatura e levigatura producono polveri che si miscelano all’acqua utilizzata per la lubrificazione e il raffreddamento degli utensili diamantati e per l’abbattimento delle polveri stesse. I reflui che ne derivano presentano un consistenza fangosa costituita da appena l’ 8 % circa di sostanza solida sospesa nell’acqua. In seguito le acque reflue subiscono un primo processo di decantazione, che eleva la percentuale di sostanza solida al 30 - 35 % e recupera la frazione acquosa, reimpiegata nel ciclo produttivo, e un secondo processo di pressatura che porta i fanghi a una consistenza palabile di circa il 70 - 75% di sostanza solida, cioè la marmettola.