Marmo: il più antico e nobile tra i materiali da costruzione !
Il marmo è un materiale calcareo di particolare pregio. La sua composizione è una roccia metamorfica che deriva da un calcare formato da residui organici grossolani o fini di carbonato di calcio (CaCO3), che si sono accumulati in una "piattaforma carbonatica" (in un ambiente variegato marino), perdurata per milioni di anni, che si è evoluta verticalmente con spostamenti delle "litofacies" con coerenti sovrapposizioni. La "piattaforma carbonatica" maggiormente conosciuta nel mondo è quella delle Alpi Apuane da cui si estrae il famoso marmo bianco di Carrara, cioè carbonato di calcio cristallino, allo stato puro (CaCO3 > 95%). Questa piattaforma carbonatica è stata deformata e metamorfosata dalla tettonica delle origini dell'appennino; nel tempo è stata piegata e ripiegata, dando origine alle diverse tipologie merceologiche di marmo come:
- quello statuario,
- quello bianco ordinario,
- quello bardiglio etc.
Le cave di marmo erano già sfruttate più di 2000 anni fa; il marmo di Carrara è sempre stato famoso per le sue qualità statuarie e usato dai più famosi scultori di tutto il mondo (da Michelangelo a Canova e tanti ancora, fino ai giorni nostri).
La lavorazione del marmo prevede molte fasi che partono dalla sua estrazione in cava e si concludono con il prodotto finito tagliato e levigato; la lavorazione più importante (il taglio dei blocchi di marmo nelle segherie) è di norma effettuata con impiego abbondante di acqua.
I blocchi di marmo estratti con varie tecniche, sono tagliati con le macchine multilama (lame di acciaio e diamante artificale) per la produzione di lastre di varie dimensioni e di vari spessori.
Per evitare eccessivi surriscaldamenti delle lame e asportare, in contemporanea, lo sfrido prodotto nella fase di segagione (cioè la polvere di marmo) viene spruzzata acqua in continuo, sul blocco stesso.
L'acqua usata è poi convogliata in una vasca di accumulo per una prima sedimentazione e da qui inviata all'apposito impianto di depurazione che riciclando l'acqua depurata, la separa dal fango.
Il fango residuo è convogliato al filtro pressa, per ridurre considerevolmente il contenuto d'acqua rispetto al proprio peso. Così ridotto o ispessito, il residuo assume un aspetto apparentemente solido (come si evidenzia dalla foto a sotto) con le caratteristiche tipiche della "marmettola". Tale residuo di lavorazione è classificato, secondo il Codice Ambientale, come rifiuto non pericoloso (codice CER numero 010413).