Rifiuti del Marmo.
L’uso del marmo come materiale da costruzione ha caratterizzato l’architettura di tutte le epoche, generando però una quantità notevolissima di rifiuti da smaltire. In Paesi del continente europeo con media presenza di bacini estrattivi, il 29 % dei rifiuti totali prodotti rinviene da attività di estrazione e lavorazione della pietra in generale e del marmo in particolare. Gli sfridi derivanti da tali attività possono oscillare da un minimo del 35 % a un massimo del 75 % della unità fisica. Per avere una idea del problema, consideriamo che da circa 100 kg di pietra (blocco) in entrata, si può ricavare anche solo un quarto (cioè 25 Kg) di prodotto finito, i restanti tre quarti (cioè 75 kg) costituiscono il rifiuto (tozzetti più o meno piccolli, scheggie, polveri). In particolare le operazioni di taglio e rifilatura, assieme a quelle di finitura, producono polveri che si miscelano all’acqua utilizzata per il raffreddamento degli utensili diamantati e per l’abbattimento delle polveri stesse. I reflui che ne derivano subiscono processi successivi di decantazione e filtropressatura che consentono il recupero della frazione acquosa, reimpiegata, e portano i fanghi a una consistenza palabile di circa il 70 - 75 % di sostanza solida. Tale sostanza solida è definita "marmettola" e generalmente è conferita in discarica come rifiuto speciale non pericoloso.
Come vediamo da queste immagini, in Italia le discariche, per questa tipologia di rifiuto, sono riempite quotidianamente per l'enorme quantità di prodotto, tenuto conto che il nostro Paese è tra i maggiori produttori di marmo. Per noi, invece, questo prodotto (la marmettola), può essere totalmente sottratto alla discarica. Infatti, è questo un materiale con caratteristiche di purezza assai elevate, essendo composto per circa il 98% da carbonato di calcio, con granulometria ultrafine (d<77µ con il 77% in cui d<12.3µ), peso specifico pari a 2,72 Kg/m3, grado di bianco ISO = 93,5% ± 1, e contenuto d’acqua w = 23,5 %. Ovviamente, in quanto rifiuto di lavorazione questo prodotto contiene anche una serie di altre impurità, dovute alle lavorazioni, al terriccio, ai sali di diversa natura, ecc. Le tentate operazioni di recupero del carbonato di calcio dalla marmettola, comportando diverse procedure, alcune delle quali particolarmente costose, si sono dimostrate (nel tempo) antieconomiche per cui si è reso più conveniente lo smaltimento. Il programma ECOLINEA®, invece, dimostra che oltre alla innovazione tecnologica, al recupero del carbonato di calcio cristallino produce anche un notevole vantaggio economico. Infatti, è molto competitivo rispetto al costo di smaltimento del rifiuto.