Tipi di Marmi.

L'Italia ha un patrimonio immenso di marmi perchè i giacimenti di questo minerale toccano quasi l'intero territorio. Ovviamente anche i colori sono diversi in funzione delle caratteristiche intrinseche della cava, della località in cui è situata ecc. ALPI-APUANEQui di seguito elenchiamo alcuni tipi di marmo:

  • Bardiglio: nelle sue varietà di colore, appartiene alla famiglia dei marmi di cui fanno anche parte i marmi bianchi, i cipollini, le brecce ed altri ancora. Sono materiali di media durezza e facile lavorabilità. Molto spesso, sono impiegati in rivestimenti murari, pavimenti, davanzali. Vi sono tre tipi principali di bardiglio, quello "comune", quello "cupo" e quello "fiorito". Il bardiglio comune, abbondante presso Seravezza e Stazzema, nelle Alpi Apuane, possiede una struttura saccaroide o ceroide e ha molta attitudine alla lucidatura. Il colore è bluastro o ceruleo chiaro, con sfumature e passaggi al bardiglio fiorito, che spetta pure al gruppo dei marmi venati. Il colore più o meno scuro è dovuto alla presenza di pirite microcristallina. Il bigio di Verona e quello delle Asturie sono molto analoghi al bardiglio per la loro tinta e per la loro struttura. Il bardiglio cupo si distingue per una tinta più scura e per una minore presenza di sfumature bianche nelle venature. Nella varietà detta bardiglio fiorito si mantengono i caratteri generali del bardiglio comune. Ma nel campo bluastro o ceruleo chiaro di questo si aggiungono copiosissime venature di colore quasi nero. Queste venature dipendendo da sottili straterelli serpeggianti nella massa del marmo, riescono più o meno estese a seconda della direzione secondo la quale si praticano le sezioni. Si trova insieme al Bardiglio comune nei dintorni di Stazzema e di Serravezza. Viene impropriamente definita "bardiglio" ("bardiglio di Bergamo") anche la volpinite estratta a Costa Volpino, il cui aspetto è simile a quello del marmo bardiglio, anche se si tratta di un solfato di calcio anidro, che appartiene quindi alla famiglia dei gessi.
  • Bianco di Asiago: è un limestone che viene anche chiamato Bianco Perlino. Viene estratto in cave ancora attive dell’Altopiano di Asiago. Raramente le bancate assumono uno spessore che supera i 100 cm. fino ad arrivare anche a 180 cm. In questo caso i blocchi possono essere tagliati anche in modo perpendicolare alla venatura e il materiale viene così chiamato marmo BIANCO PERLINO AL CONTRO. In questa tipologia di segagione tutte le lastre del blocco sono uguali e presentano venature orizzontali parallele. Viene solitamente segato al verso e la sua lavorazione ideale è l'anticatura: apprezzate, tuttavia, sono anche la lucidatura e la spazzolatura. Questo materiale si utilizza, generalmente, per l'arredamento d'interni e, più raramente, per gli esterni e l'edilizia.
  • Caldia: è un tipo di marmo estratto da un'unica cava in provincia di Massa-Carrara. Il materiale si presenta di colore bianco cristallino, quasi traslucido, puro e profondo, con venature ovulate di colore verde chiaro o chiarissimo e grigio bardigliaceo con punte di nero sottile; può presentare lievissime ombre giallo-ocra che arricchiscono il fondo.

    Marmo arabescato ligure

  • Marmo arabescato: è una varietà di marmo bianco molto pregiata con venature grigio scure, dette "arabeschi". È estratto sulle Alpi Apuane versiliesi, in provincia di Lucca. Trova ampio uso nella realizzazione di pavimentazioni e rivestimenti di interni.
  • Marmo Bianconeve Ziche: è il nome commerciale di un calcare micritico compatto (puro) dal colore bianco. Il marmo Bianconeve Ziche, conosciuto anche come "Bianconeve" o "Bianco Neve" viene estratto nelle cave di Nuvolera in provincia di Brescia.
  • Marmo botticino: è la denominazione commerciale di una qualità di calcare micritico compatto (puro) di colore beige, estratto nelle cave di Botticino, Nuvolento, Nuvolera, Rezzato, Serle e in passato anche Mazzano, in provincia di Brescia.
  • Marmo di Candoglia: è un marmo di colore bianco/rosa o grigio che viene estratto nelle cave di Candoglia nel comune di Mergozzo nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, in Val d'Ossola.

    Cave-marmo-Carrara

  • Marmo di Carrara: è un tipo di marmo, estratto dalle cave delle Alpi Apuane interritorio di Carrara, universalmente noto come uno dei marmi più pregiati. E' il marmo più conosciuto al mondo. I Romani svilupparono l' attività estrattiva vera e propria, e a partire dall'epoca di Giulio Cesare (48-44 a.C.) riforniva di blocchi di marmo bianco le maggiori costruzioni pubbliche di Roma e numerose dimore patrizie. L'esportazione avveniva tramite il porto di Luni, per cui veniva detto "marmo lunense".
  • Marmo di Chiampo: è un tipo di calcare usato in edilizia, utilizzato per rivestimenti di scale e colonne. Essendo composto di grana minuta e compatta può essere tagliato con facilità e senza errori, la pioggia non gli provoca danni. Fra i vari tipi si ricorda il chiampo perla di colore crema tendente al giallo, il chiampo mandorlato, il chiampo paglierino, il chiampo rosa e il tavernelle bianco perlato, diffuso nella zona di Cornedo Vicentino presso Valdagno.
  • Marmo cipollino mandolato: è una varietà di marmo utilizzata in epoca romana. Veniva estratto in cave a cielo aperto situate nei Pirenei francesi, presso Campan (cave di Espiadet) e presso Seix (cave di Pont de la Taule). Il nome in francese di questa qualità di marmo, tuttora estratta, è "griottes de Campan". Si tratta di un marmo con diverse varietà cromatiche: il fondo varia dal grigio, al verde, al rosso-violaceo, con noduli, più o meno fitti, dal bianco, al rossastro, spesso a forma di mandorla.
  • Marmo di Lasa: è un marmo molto duro, resistente anche alle intemperie che si hanno in Alto Adige in Italia Viene estratto dal monte Tramontana (Vinschger Nördersberg), nella valle di Lasa (Laaser) nella montagna di Covelano (dove la traduzione in tedesco è Göflaner) nel comune di Silandro. Veniva già impiegato in antichità dai romani per le pietre miliari lungo la Via Claudia Augusta per poi essere dimenticata; è stata riscoperta solamente nell'età moderna e infine XIX secolo nelle cave della Croda Jenne e della cascata di Acqua Bianca.
  • Marmo occhialino: è una varietà di calcare rinvenibile entro una formazione del Triassico superiore (Carnico), il Calcare metallifero bergamasco. In Val Camonica questa formazione è caratterizzata da affioramenti dello spessore massimo di 80 metri. In Val Camonica le cave erano localizzate alle pendici della Concarena, dove prendeva il nome di marmo di Dò.
  • Marmo Pentelico: è un marmo bianco a grana fine, può assumere tenui tonalità di giallo oro, talvolta con brillanti venature verdastre, caratteristico della Grecia. La cava da cui si estrae si trova a circa 5 km a nord-est di Atene, nel versante est del monte Pentelico. Questo marmo è stato usato per la costruzione del Partenone, dei propilei e dell'Eretteo sull'Acropoli di Atene e di molte altre opere scultoree di autori greci, come per esempio la Stele dell'Ilisso della Scuola di Skopas. Ma non venne solo utilizzato dai greci ma anche dai romani, come nel tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio e nell'Arco di Tito. E' tuttora in estrazione.
  • Marmo Primavera: è il nome commerciale di un calcare micritico compatto (puro) dal colore beige, marrone o rosato. Il marmo Primavera, conosciuto anche come "Breccia Primavera" viene estratto nelle cave di Nuvolera in provincia di Brescia, presso il Monte Bolle.
  • Marmo verde di Taormina: è una roccia metamorfica (fillade) di colore grigioverde, di bell'aspetto se levigata, trovasi nella zona di Taormina alle pendici dei Monti Peloritani. Spesso inclusioni di quarzo, di vari tipi, evidenziano delle venature che donano particolare bellezza. Detta roccia scistosa, è di scarso interesse commerciale ma può rendersi interessante nell'uso per rivestimenti o in scultura.
  • Marmo di Vezza: è una varietà di marmo che veniva estratto in val Camonica, in Lombardia, presso il comune di Vezza d'Oglio. Ha un colore biancastro, la grana medio-fine ed i suoi componenti sono calcite con raro quarzo. È stato usato soprattutto nella costruzione di luoghi di culto.
  • Marmo di Zandobbio: è un materiale lapideo storico della provincia di Bergamo, ben noto fin dall'antichità. In realtà non si tratta di un marmo in senso stretto, bensì di una dolomia cristallina compatta, con tessitura saccaroide, conosciuta in letteratura con il nome di Dolomia di Zandobbio. Il giacimento di età giurassica (200 Ma circa), potente 160 m circa, affiora nella fascia collinare pedemontana ad est di Bergamo, in bassa Val Cavallina, nei comuni di Trescore Balneario e Zandobbio. Si tratta di un materiale lapideo ad uso ornamentale, come testimoniano i numerosi manufatti artistici (are, epigrafi e lapidi) provenienti da diversi scavi archeologici eseguiti in Città Alta e in altre località limitrofe alle zone di estrazione.
  • Perlato di Sicilia: è un marmo estratto dalle cave di Custonaci in provincia di Trapani. Denominato anche Botticino di Sicilia, presenta un fondo di colore avorio chiaro arabescato marrone con tonalità più o meno scure e con chiazze di calcite che richiamano l'interno madreperla delle conchiglie. Si ricava principalmente a Custonaci, noto per l'importante attività di estrazione marmifera. Si contano circa duecento cave di marmo nel territorio tra Monte Cofano e Monte Sparagio, su una superficie di tre chilometri quadri. È esportato in tanti Paesi e in particolare è molto richiesto nella penisola arabica. Questo marmo si trova, seppur in quantità piccola, all'interno della Basilica di San Pietro a Città del Vaticano e in altri monumenti di notevole importanza artistica.
  • Perlato Royal Coreno: è una pietra calcarea, originata da un fondo marino il cui accumulo di resti di flora e di fauna marina genera un colore adattabile a tutte le lavorazioni e presenta variegati disegni estremamente ricchi di striature e conchiglie. Le notevoli proprietà fisico meccaniche fanno del marmo Perlato Royal Coreno, un marmo di gran pregio e di ampio utilizzo come materia prima nei settori dell'edilizia, dell'oggettistica d'arredamento e dell'arte. I siti archeologici di Minturno, Cassino, Pompei mostrano chiaramente l’uso della pietra di Coreno da parte della civiltà romana.
  • Pietra di Apricena: è una pietra calcarea estratta in Puglia alle pendici del Gargano, nel territorio compreso tra Apricena, Lesina e Poggio Imperiale. I materiali fanno parte delle formazioni Calcari di San Nicandro del Giurassico superiore-Cretacico inferiore, e Calcarenti di Apricena del Miocene. Solitamente la pietra di Apricena e Poggio Imperiale è stratificata in banchi di spessore variabile tra i 30 e i 500 cm, con inclinazione verso sud dai 5° ai 20°. I banchi sono solitamente separati tra di loro da un leggero strato di argilla depostosi in bassi fondali marini. Questo materiale è molto apprezzato, dato che accurate analisi di laboratorio hanno dimostrato che le caratteristiche di resistenza e durata lo pongono ai livelli più elevati del settore. È un materiale con tonalità oscillanti tra il beige, l'avorio ed il rosato (a seconda della varietà), con frequenti venature il più delle volte sottili e sinuose, che ne caratterizzano la superficie.
  • Pietra di Aurisina: è una roccia compatta calcarea proveniente dai dintorni della cittadina di Aurisina, nei pressi di Trieste. La pietra di Aurisina fu utilizzata fin dai romani come dimostrano le cave del periodo ancora esistenti; la pietra estratta fu usata nella costruzione di Aquileia dal I sec. a.C. al v sec. d.C. Anche il Mausoleo di Teodorico a Ravenna fu costruito con tale materiale. L'estrazione fu riattivata sotto l'Impero austroungarico per la costruzione di importanti opere pubbliche a Vienna, Budapest, Praga, Monaco di Baviera e Trieste. Dopo la prima guerra mondiale la pietra di Aurisina fu utilizzata largamente per il Sacrario militare di Redipuglia. Attualmente l'estrazione avviene nelle cave in territorio italiano, a volte negli stessi luoghi delle cave romane, nel Comune di Duino-Aurisina e nel Comune di Monrupino. L'aspetto tipico della pietra carsica è contraddistinto dal colore grigio con tonalità scura o chiara.
  • Pietra di Trani: è una roccia carbonatica estratta in Puglia in area murgiana, da cave situate nei pressi della città che le dà il nome. I cristalli sono euedrali romboedrici e sono dispersi nella compagine rocciosa. Questa pietra non è stata usata solo per costruzioni e opere d'arte locali come la Cattedrale di Trani. Un esempio: è stata impiegata per il monumento, di Cesare Bazzani, innalzato per celebrare la Vittoria della prima guerra mondiale nell'omonimo piazzale della città di Forlì, o per la Casa del Fascio (Como).
  • Pietra di Vicenza/Pietra di Nanto: è una roccia costituita prevalentemente da carbonato di calcio e presenta caratteristiche particolari: colorazioni tendenzialmente chiare, che vanno dal colore avorio, al paglierino, al grigio, fino alla tonalità marron più scura e calda caratteristica della pietra di Nanto. Conosciuta e utilizzata fin dall'antichità, viene estratta nella zona dei colli Berici a sud di Vicenza. E' conosciuta e utilizzata sin dai tempi dei romani che la impiegavano sia per elementi decorativi architettonici che per le sculture.
  • Portoro: Marmo-Ligure-Portoro-a-Porto-Venereo Marmo di Portovenere è una pregiata varietà di marmo nero proveniente dalla zona della Spezia. Il suo aspetto molto decorativo lo rende idoneo a realizzazioni artistiche e di pregio come vasi, colonne, interni di chiese e palazzi, rivestimenti, pavimentazioni e piani di mobili. Il colore è nero intenso e brillante con venature dorate. Il nome Portoro deriva dalla traduzione in italiano del termine francese porte d'or ("porta oro") con il quale veniva chiamato durante la dominazione francese. In origine veniva chiamato "misto giallo e nero", in seguito venne denominato "Giada di Portovenere". Il Portoro si rinviene solamente nella provincia della Spezia, in particolare nei comuni di Portovenere La Spezia e Riccò del Golfo che costituiscono aree delicate dal punto di vista paesaggistico e naturalistico pertanto la coltivazione delle cave va effettuata con particolari attenzioni. Il numero attuale delle cave è molto limitato e i blocchi vengono ricavati all'interno di grandi camere la cui volta è sostenuta da pilastri per evitare l'impatto paesaggistico. La zona delle cave è raggiungibile percorrendo la strada che collega il centro abitato della Spezia con il promontorio di Portovenere e poi seguendo le vie che salgono sui versanti dei monti Castellana e Santa Croce. Altre cave sono situati sulle isole del Tino e Palmaria situate di fronte a Portovenere. Altri affioramenti sono evidenti nelle località di San Pietro, Monte Rocchetta, Monte Muzzerone, Monte Coregna, Monte Biassa, Monte Parodi.
  • Rosa Perlino: è un marmo di consistenza naturale di origine italiana. Il suo colore è rosa, con delle leggere macchioline più chiare, tendenti all'avorio. È un marmo adatto ad ambienti interni, o all'esterno ma con clima mite. Generalmente, esso viene utilizzato per edilizia, arredamento, sculture e piccoli dettagli.
  • Rosso di Asiago: è un marmo di origine italiana che si presenta con un colore rosso molto scuro e vivace. Sulla sua superficie sono visibili numerose macchie di colore più chiaro e più scuro. Si tratta di un materiale che viene spesso abbinato a lavorazioni di anticatura ed è facile trovarlo accostato al Bianco Perlino in pavimentazioni a scacchi: ideale quindi per pavimentazioni.
  • Rosso Levanto: Il marmo rosso di Levanto o, più semplicemente, rosso Levanto è una varietà di marmo rossa estratta nel comune di Levanto, da cui prende il nome, e nei vicini comuni della Riviera spezzina. Era già utilizzato dai Romani e anche in epoca più recente è stato impiegato per rivestimenti, colonne e pavimenti. La colorazione rossa prevalente è dovuta all'ematite. Il peculiare aspetto cromatico e le caratteristiche di lucidabilità e durabilità del materiale ne hanno determinato la fortuna merceologica. L'estrazione del marmo rosso nelle ampie cave a cielo aperto diffuse lungo la riviera spezzina, è molto antica, come attesta il ritrovamento di alcuni manufatti funerari etruschi realizzati con questo materiale. La massima produzione era concentrata tra i comuni di Framura, Bonassola e Levanto. L'attività estrattiva, che ha avuto il suo picco tra la fine del XIX secolo e i primi anni trenta, è attualmente molto limitata e concentrata in poche cave, sia a causa delle delicate condizioni ambientali dei siti di provenienza, che a causa dell'introduzione di litotipi simili nel mercato (come il "rosso Lepanto").
  • Marmo rosso di Verona: è un calcare nodulare che, per quanto riguarda la classificazione dei materiali lapidei, rientra nel gruppo dei calcari lucidabili. Presenta al suo interno scheletri fossili di ammoniti e rostri di belemniti immersi in una matrice microsparitica formata da fecal pellets. Può essere estratto dalla formazione del Rosso Ammonitico Veronese o della Scaglia rossa, entrambi affioranti e estratti nei Monti Lessini.

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