Lavorazione del marmo.
Una volta che il marmo è stato estratto dalle rispettive cave (o dai ravaneti) in blocchi, viene avviato verso le segherie per le attività di taglio e lavorazioni varie. Tale attività è detta di segagione.
In Italia le segherie del marmo sono distribuite in quasi tutto il territorio nazionale. Quelle di dimensioni maggiori, di norma sono più vicine alle cave, ma quelle di dimensioni minori o artigianali sono presenti sul territorio anche a molta distanza dalle cave perchè la richiesta interna (in Italia) ma in particolare quella destinata all'esportazione (Estero) è molto elevata anche per l'enorme varietà e colori del marmo stesso. Nella foto si nota l'attività di segagione del marmo in pieno svolgimento: i blocchi di marmo, sospinti da una pressa si avviano alle lame delle "seghe diamantate" per la riduzione in lastre.
Lavorazioni per ottenere le lastre.
Il marmo, dopo l'estrazione dalle cave per mezzo di "seghe diamantate", oppure utilizzando la tecnologia dell'acqua pressurizzata, può essere lavorato a forma di lastre piane. Queste variano da uno spessore minimo di 1 cm, fino ad uno spessore massimo di circa 30 cm.Lastre con spessore inferiore al centimetro risulterebbero eccessivamente fragili, scarsamente resistenti a sforzi di flessione e taglio, mentre spessori superiori consentono alla lastra di superare le fasi di lavorazione e trasporto evitando fessurazioni o rotture del materiale.Una lastra con spessore superiore a trenta centimetri prende il nome di "massello". Le lastre e i masselli vengono lavorati con i centri di taglio. Le lastre di marmo vengono impiegate come finitura, per esempio: per rivestire pavimentazioni e talvolta pareti. Trattandosi di un materiale poroso tende a assorbire sostanze oleose, per questo motivo, talvolta, viene sottoposto a trattamenti protettivi specifici. Il costo di una lastra varia a seconda del pregio del marmo, della provenienza e del tipo di lavorazione adottata, oltre che, ovviamente, delle dimensioni geometriche.